America at war! (1941--) -- Part 2

La grande prova

Gli avvenimenti del fronte orientale hanno influenzato irresistibilmente la situazione strategica generale. Era interesse dei russi, che premevano in tal senso a Londra e a Washington, di non essere lasciati soli a combattere sui campi di battaglia europei. Era interesse degli anglosassoni approfittare, per le loro progettate operazioni offensive, del momento in cui l’esercito tedesco è impegnato contro le armate sovietiche. Gli Stati Maggiori delle Nazioni Unite sono stati così costretti ad affrettare i preparativi, e a rompere gli indugi. Molti segni facevano presagire le decisioni che maturavano; e il silenzio improvviso della stampa nemica sul problema del secondo fronte avvalorava l’ipotesi che l’ora dell’azione stesse per scoccare.

L’Italia è messa oggi dal precipitare degli eventi di fronte alla sua grande prova. Il primo tentativo in forze dei due grandi imperi coalizzati contro l’Europa sì compie contro di noi; ed è sul suolo italiano che saranno decise le sorti del conflitto. Bisogna guardare con animo fermo, senza clorotiche paure, questa dura realtà. Bisogna che tutti gli italiani dimostrino la stessa tenacia, lo stesso spirito di sacrificio, la stessa impavidità di cui statino offrendo esempio i soldati che, sui limiti sacri del territorio patrio affrontano con le armi in pugno il nemico. Bisogna che tutti si dimostrino della stessa tempra delle popolazioni civili martellate finora dalla offensiva aerea avversaria. Le truppe inglesi e americane prendono terra in Sicilia nella convinzione di trovarci, tanto per usare una espressione coniata da loro, «ammorbiditi». Dobbiamo disilluderli. Bisogna che trovino il granito. Bisogna che sulla sponda siciliana essi sentano battere gagliardo il cuore della Patria italiana: con lo stesso ritmo con cui batté sul Piave, venticinque anni fa, in un’ora ugualmente solenne e decisiva della vita nazionale.

La posta in giuoco è immensa: si tratta dell’esistenza del popolo, di tutto il popolo. La vittoria ci schiuderà un avvenire di prosperità e di potenza, ai cui benefici tutti saranno ammessi, nessuno potrà sottrarsi alle fatali conseguenze dì una sconfitta. E’ l’ora dell’estrema solidarietà nazionale. Il nemico giuoca la sua ultima carta. Di tentativi tipo Dieppe se ne possono ripetere a decine; un’operazione come quella, che risulta iniziata stamane, non si ripete una seconda volta. Se fallirà, il nemico dovrà convincersi che l’impresa di battere l’Asse è irrealizzabile, e dovrà arrendersi ad una realtà più forte della sua volontà. E’ dunque l’esito dell’intero conflitto che verrà determinato dagli sviluppi di questa nuova fase della guerra. Senta ognuno la tremenda responsabilità del compito, e sia ogni animo all’altezza della grande ora.