The difficulties of a landing foreseen by a British admiral (7-9-43)

Stampa Sera (July 9, 1943)

L’Europa è munitissima –
Le difficoltà di uno sbarco prospettate da un ammiraglio inglese

Madrid, venerdì sera –
A cura dell’ammiraglio britannico Roger Keyes è stato pubblicato un opuscolo che tratta della guerra anfibia e delle operazioni cosidette combinate.

Keyes accennando all’impresa di Dieppe ne ammette il completo fallimento anche dal punto di vista teorico.

Scrive testualmente l’ammiraglio inglese:

Quello di Dieppe è stato un esperimento che è costato troppo agli Inglesi, che ha superato, cioè, le previsioni anche più pessimistiche.

Il tecnico navale britannico, dopo aver passato in rassegna tutti i momenti del tentalo sbarco contro la costa francese, sbarco che pure sembrava preparato e organizzato in tutti i più minuti particolari, basandosi sulle regole di una scrupolosa previsione tattica, afferma che in queste imprese il fattore imponderabile, decisivo, della sorpresa causale, non potrà mai e in nessun modo venire calcolato da nessun esperto militare o navale.

Conclude l’ammiraglio:

E’ appunto tale fattore che decide, oggi come domani, dell’esito di un’impresa anfibia contro le coste di un Continente munitissimo come è oggi l’Europa.


Inquietudini inglesi per la situazione militare

Stoccolma, venerdì sera –
Secondo il corrispondente londinese dello Stockholms Tidningen in molti ambienti britannici ci si domanda se la propaganda finora svolta da parte degli alleati nei riguardi dell’Italia, tendente a creare malumore in mezzo al popolo italiano, fra esso e l’alleato tedesco, e contrasti tra le Forze Armate e il Partito, e a inventare una quantità di assurde possibilità, dalle quali avrebbe dovuto sortire il collasso d’ogni resistenza italiana, non sia stata sbagliata fin dall’inizio.

Gli inglesi cominciano ad accorgersi di aver sbagliato strada con questo loro atteggiamento verso l’Italia proprio ora che la piega presa dalle operazioni tedesche sul Fronte Orientale ha naturalmente riportato una certa inquietudine nel campo alleato. Questa, alla quale essi hanno messo il nome di «offensiva germanica», che va acquistando il carattere di un grave pericolo per l’Unione Sovietica, mette l’Inghilterra e l’America in una assai difficile situazione, quella cioè di ridivenire bersaglio da parte russa di critiche e di proteste per la lentezza assunta dai per un’invasione dell’Europe.

Maisky ha dovuto ieri improvvisamente partire per Samara, cioè richiamato dal proprio Governo, segno che non soltanto la situazione è giudicata grave nelle sfere influenti sovietiche, ma anche che Stalin si apparecchia a sferrare nuove pressioni per ottenere in questo difficile momento un aiuto alleato.

Si prevede a Londra che incomincerà la fanfara per un «secondo fronte», e questa volta in una forma assai più clamorosa che per il passato. Gli Inglesi – si osserva – si troverebbero molto nell’imbarazzo se dovessero anticipare di settimane o di mesi quell’invasione di cui tutti parlano come di una cosa vicina, ma che esige, invece, un’accurata e lunga preparazione.